Cos’è la Geobiologia

, Scrivi un Commento

di Pier Prospero  —

La Geobiologia è un vasto contenitore non ancora formalizzato ufficialmente in cui si trovano varie branche di studi e di professionalità. Si va dallo studio dell’interazione tra ambiente abiotico e ambiente biotico nell’evoluzione della vita sul pianeta, oggetto di corsi di laurea in alcune università, alle indagini sugli effetti dell’acqua sotterranea sulla salute1.
Per noi che ci occupiamo di analisi geobiofisica e rilevazioni geobiologiche, la Geobiologia è un’arte applicata, codificata dal dr. med. Ernst Hartmann e dal suo Gruppo di Ricerca di Waldbrunn (Heidelberg), utilizzata per individuare le aree in cui vi sono radiazioni naturali nocive alla salute di chi vi è esposto.

È un’arte applicata principalmente al servizio della medicina e orientata a garantire il massimo benessere e la conservazione della salute.

posizione esatta del letto copia

il letto “al posto giusto”

L’individuazione delle zone di disturbo naturali le cui radiazioni sono nocive fa parte della moderna “igiene abitativa” che in Germania trova concreta applicazione da parte degli Heilpraktiker. Un tempo questi esperti di salute verificavano se le condizioni delle abitazioni erano igieniche dal punto di vista dell’illuminazione, del ricambio d’aria, dei servizi igienici, ora con il cambiamento delle problematiche la verifica che eseguono riguarda il posto dei letti rispetto alle zone di disturbo naturali e l’intera abitazione rispetto all’intensità dei campi elettromagnetici tecnici.
Questa prassi, legata all’osservazione medica sulle ricorrenti patologie di pazienti diversi che dormivano nella stessa posizione, sulla verticale, ai vari piani delle palazzine, ha dato origine alla Geobiologia come intesa dal dr. Hartmann.
L’attuale igiene abitativa per lui prevede necessariamente l’individuazione delle zone di disturbo e l’adeguata disposizione dei letti, oltre alla misura dell’intensità dei campi elettromagnetici tecnici che deve rimanere al di sotto di una soglia di sicurezza.
La tesi di Hartmann, medico lui stesso, è che un medico non potrà vedere risultati nelle sue terapie se il paziente vive in un ambiente non igienico da questi punti di vista, che ovviamente in un Paese occidentale ormai rimangono gli unici fattori di mancanza di “igiene abitativa”, assieme all’inquinamento indoor prodotto dai materiali chimici e non bioecologici di cui si compongono le strutture murarie e gli arredi.
Da qui ha origine la ricerca della biologicità del terreno dove sorge la casa e poi della biologicità dei materiali di costruzione, ricerche che hanno preso il nome, soprattutto per merito del dr. Hartmann, di Geo-biologie e Bau-biologie.
Il senso di questi neologismi è che il terreno dove la casa sorge e i materiali con cui è costruita siano confacenti alla vita umana, e alla vita in senso lato, cioè “biologici”.
Per ottenere questo requisito di “biologicità” il posto dove si dorme deve essere esente dalle radiazioni elettromagnetiche tecniche e da quelle delle zone di disturbo naturali. Per disporre adeguatamente il letto occorre che il terreno sia analizzato per individuare eventuali fenomeni geologici o idrogeologici che inviano campi magnetici ed elettromagnetici in superficie costituendo “zone di disturbo” delimitate; inoltre occorre una ricerca delle “pareti” dei reticoli energetici parallelo e diagonale al nord per determinare la posizione dei loro punti di massima intensità dati dall’incrocio delle “pareti” di ciascun reticolo. Questi punti e le altre zone di disturbo costituiscono delle piccole aree dove vi sono delle radiazioni naturali di bassa intensità ma capaci di nuocere molto con lunghe esposizioni ripetute nel tempo.
La posizione critica è quella del letto perché dormendo si resta sempre nello stesso punto trascorrendovi molto tempo rispetto al totale di vita, e anche poiché adesso sappiamo che il sistema immunitario mentre dormiamo è al massimo della sua attività, per cui l’esposizione alla radiazione, naturale o tecnica, può facilmente costituire l’elemento scatenante di un’autoaggressione immunitaria2.
Soddisfare questa necessità di individuare le zone di disturbo naturali è lo scopo della Geobiologia.

ricerca scorrim acqua sotterranea su terr

ricerca geobiologica in un terreno dove sarà costruita una casa

Al contrario dei disturbi prodotti dai campi elettromagnetici tecnici, le zone di disturbo naturali non sono individuate dalle sonde degli attuali strumenti di misura, probabilmente a causa di un differente tipo di campo non ancora conosciuto abbastanza, quindi in questo ambito non si tratta di dotarsi degli strumenti adatti e delle opportune tecniche di buona misurazione, oltre che delle soglie a cui paragonare le misure ottenute, ma si tratta di “percepire” col proprio corpo la presenza di queste zone di disturbo e di farlo in tempo reale, senza attendere il periodo necessario per la manifestazione della patologia.
Sebbene tutti abbiano un qualche grado di sensibilità, solo alcune persone ipersensibili sono capaci di percepire immediatamente il disagio o l’allarme provocato dall’incontro con una zona di disturbo naturale. Queste persone normalmente si scoprono capaci di questa percezione dopo ripetute esperienze casuali, quando riescono ad incrociare i dati delle loro esperienze soggettive con i dati della letteratura in materia o quando incontrano un altro ipersensibile. Lo stesso avviene per le persone elettrosensibili e nessuno trova opportuno definire “paranormale” o “esoterica” la loro sensibilità esasperata.

Nel caso della Geobiologia si tratta di persone la cui genetica porta una eccessiva sensibilità al magnetismo e all’elettromagnetismo, non all’elettricità; persone che nel passato hanno sempre operato come rabdomanti e che rimanendo impossibile capire quali fossero i meccanismi all’origine delle loro capacità sono stati alternativamente reputati dotati di poteri magici oppure perseguitati come “indemoniati”. Nel bene e nel male sono stati sempre avvolti in un’aura di pensiero magico molto intensa, tale da impedire anche a loro stessi di rendersi conto di come stanno realmente le cose.
La situazione degli ipersensibili al magnetismo non è diversa da quella dei direttori d’orchestra o dei migliori musicisti: questi nascono con una dote genetica che se resa consapevole e coltivata li porta a intraprendere la professione di musicisti e poi ad eccellere; sono molto rari rispetto alla popolazione di un Paese e hanno straordinarie capacità di distinguere le frequenze acustiche, capacità non comuni agli altri umani, ma non per questo si reputano destinatari di un dono divino o “indemoniati”; loro stessi si ritengono degli “artisti” e non dei possessori di poteri paranormali. Eppure sono pochissimi e la gente comune non può replicare in laboratorio le loro prestazioni.
Il paragone dovrebbe rendere chiaro che se la sensibilità esagerata riguarda le frequenze elettromagnetiche invece di quelle acustiche, nulla cambia per il resto.
La Geobiologia è anche l’ipersensibilità di queste persone applicata all’analisi dei luoghi per la ricerca delle zone di disturbo, in questo senso è un’arte e il livello di riuscita è legato alla “bravura” dell’ “artista” ipersensibile.
Per tutti gli artisti, alla base della loro bravura, oltre alla dotazione genetica, vi è un lungo lavoro di apprendistato e un continuo esercizio, una conoscenza della metodologia di lavoro e delle tecniche necessarie per ottenere i risultati voluti (se uno portato per fare il musicista non impara a suonare uno strumento non può certo dimostrare le sue capacità), così anche per un ipersensibile che si vuol dedicare all’arte della Geobiologia occorre imparare ad utilizzare il suo “strumento” di percezione, che è il suo corpo (la mente è una funzione del corpo e la separazione tra le due entità non è reale), la metodologia di lavoro e le tecniche necessarie; nemmeno qui ci si può improvvisare, ma occorre lavorare, e seriamente, poiché non è un gioco di società, ma si va a determinare la prevenzione dell’insorgenza di patologie.

La Geobiologia ha ricevuto continue conferme dai riscontri clinici ottenuti sui pazienti da medici che conoscendo l’Omeopatia o la Medicina Funzionale hanno tratto le loro conclusioni sullo stato dei pazienti e sull’andamento delle cure considerando anche il posto dove questi dormivano.
All’inizio e per alcuni decenni queste sono state le uniche conferme. Il dr. Hartmann mise a punto un metodo di ricerca basato sulle variazioni della resistività cutanea, fece moltissimi di questi “geobioritmogrammi” e i risultati in parte confermarono le evidenze cliniche, senza però arrivare a costituire prove scientifiche. Alla fine della sua vita deve essersi reso conto degli errori di metodo, dovuti all’inesperienza nel settore e alla “grossolanità” della strumentazione, poiché non ha reso disponibili questi grafici né ai suoi collaboratori, né ai ricercatori scientifici, fatta eccezione per quanto aveva già pubblicato.
La serie di riscontri clinici, iniziata negli anni venti del novecento, è sfociata nella Geopatologia, il settore della Medicina che si occupa delle patologie in cui una concausa significativa è data dal luogo di riposo.
Negli ultimi anni del secolo scorso però sono intervenuti parecchi fatti rilevanti per l’oggettività dei fenomeni studiati dalla Geobiologia: lo studio scientifico della “memoria dell’acqua” ha portato alla formulazione della teoria quantistica dei domini di coerenza per spiegare la risonanza, teoria che oltre a spiegare come l’acqua trattenga e scambi le informazioni elettromagnetiche, spiega anche come una persona riesca a percepire la presenza di acqua sotterranea anche se è praticamente ferma nelle falde confinate e a determinarne le proprietà, sebbene questa non emetta alcun campo percepibile in superficie, e più in generale come si possa comprendere lo scambio energetico del substrato. Questa teoria ci spiega anche come si possa distinguere una zona di disturbo da un’altra di diversa natura quando le si incontra.

Le faglie geologiche più importanti3 sono state mappate a satellite con sofisticati scanner ad ampio spettro e si sono quindi determinate le frequenze emesse da questi fenomeni geologici, confermandone la nocività per la presenza di UV e di ionizzanti; gli stessi scorrimenti di acqua sotterranea più rilevanti sono visibili alla spettrometria all’infrarosso per il loro maggior assorbimento rispetto al restante substrato geologico.
Rispetto all’acqua sotterranea in scorrimento veloce, la fisica ci ha spiegato che il moto vorticoso delle molecole di acqua causato dalla presenza dei materiali di contenimento provoca un vettore magnetico che è in grado di superare tutti i materiali soprastanti e di giungere in superficie4 abbastanza verticalizzato per effetto della massa di materiale che si trova sotto e ai lati, così come avviene per il campo magnetico dei cavi dell’alta tensione interrati. Quindi anche la zona di disturbo relativa all’acqua sotterranea in scorrimento veloce ha trovato una spiegazione scientifica e attende ora la messa a punto di sonde in grado di rilevare il campo magnetico emesso; di conseguenza ha trovato spiegazione anche la sua nocività, data l’analogia con il campo magnetico a bassissima frequenza dei cavi di alta tensione interrati.
Nulla è successo invece per quanto riguarda i reticoli energetici, se non la conferma dell’esistenza di un piccolo reticolo orientato con il lato a nord che avendo la maglia di 50/55 cm crea un grosso rischio di errore poichè i suoi segnali si possono confondere con quelli del reticolo detto di Hartmann la cui maglia è all’incirca un multiplo di 50 cm (;200×250 cm). Nessuna nuova ipotesi sulla loro origine e composizione è stata formulata, mentre tutte le ipotesi fin qui addotte sono state abbandonate perché smentite dai progressi delle conoscenze scientifiche.
Nello stesso periodo storico sono subentrati inoltre due fatti molto importanti a sostegno della ragionevolezza e della scientificità degli assunti della Geobiologia: uno studio di ampio respiro sulla realtà della rabdomanzia abbinato agli aiuti della Germania ai Paesi terzi sotto forma di realizzazione di pozzi per l’acqua in zone aride, e uno studio richiesto dalle associazioni dei consumatori austriache e finanziato dal Governo Austriaco per stabilire se la rilevazione di “zone di disturbo naturali”, considerate nocive, costituisse una truffa ai danni dei clienti.
Il primo è lo studio dell’agenzia governativa tedesca GTZ sulla possibilità di utilizzare i rabdomanti per la ricerca di acqua sotterranea, abbattendo così i costi e rendendo più concreto l’aiuto alle popolazioni delle zone aride dei Paesi terzi. Questo progetto era stato preceduto dalla selezione di alcuni rabdomanti le cui capacità fossero scientificamente dimostrate. Questo studio preliminare, “Il Rapporto sulla Rabdomanzia” dei famosi e stimati docenti universitari H. L. Koenig e H.-D. Betz, oltre a fornire i criteri con cui selezionare le reali capacità dei candidati, fece indirettamente in modo di dimostrare che le capacità rabdomantiche, pur non così diffuse come preteso, fossero dimostrate reali.
Il piccolo gruppetto di rabdomanti selezionato tra 500 candidati partecipò alla ricerca di acqua nelle zone aride in un progetto che durò complessivamente 10 anni e produsse un grande numero di pozzi dei quali alcuni furono determinati solo con le capacità rabdomantiche, mettendo a volte alla prova anche gli sciamani locali, altri solo con le procedure e le tecniche della geologia, e una gran parte con la combinazione delle due capacità per cui la geologia classica determinava l’area in cui poteva esserci l’acqua e poi il rabdomante stabiliva dove perforare in quell’area. Si vide che gli sciamani locali, contrariamente alle aspettative, non riuscivano a determinare punti di perforazione validi; il gruppo di controllo di pozzi perforati solo con le tecniche geologiche ufficiali diede un risultato del 50% di perforazioni efficaci, praticamente casuale; altrettanto avvenne con il gruppo di controllo dei pozzi determinati solo dai rabdomanti; la grande rivelazione dello studio venne invece dal terzo gruppo di pozzi, il più numeroso, in cui sommando le due conoscenze e tecniche si raggiunse il 98% di perforazioni efficaci. Questo lavoro determinò la necessità di accettare scientificamente la rabdomanzia come fenomeno raro ma reale e molto utile, soprattutto se abbinato alle conoscenze scientifiche attuali; infatti come migliore rabdomante emerse la figura di Hans Schroeter, un ingegnere minerario che conosceva molto bene la geologia e la tecnologia per le ricerche e le perforazioni avendo lavorato anni alle prospezioni petrolifere, che si scoprì possedere una grandissima sensibilità e una precisione unica nel determinare non solo il punto in cui perforare, ma anche le caratteristiche dell’acqua individuata, dal pH alla temperatura, ad altri parametri e componenti che ne determinano la qualità.
Il Forschungskreis für Geobiologie del dr. Hartmann e l’Istituto GEA hanno fatto proprie queste conclusioni adottando la filosofia che la rabdomanzia, e più in generale la Geobiologia e l’analisi geobiofisica, debbano basarsi sulle conoscenze scientifiche più aggiornate che formano il substrato concettuale dal quale partire.
Il secondo è lo studio medico scientifico ufficiale, pubblicato a Vienna nel 1990 dal dott. prof. Otto Bergsmann, che nonostante la sua impostazione contraria in partenza alla Geobiologia, ha dimostrato la nocività della permanenza sulle “zone di disturbo” naturali per l’alterazione di ben 12 parametri sanguigni sui 24 indagati, e tra questi parametri alterati ve ne sono due molto importanti: la serotonina e la VES.
Questo studio, intitolato “Standort Risikofaktor” conclude che tra i fattori di rischio per la salute presenti nella casa si deve aggiungere anche quello della posizione del letto per la presenza di “zone di disturbo” dovute ad emissioni elettromagnetiche naturali non ancora conosciute (riferendosi ai punti di massima intensità dei reticoli energetici).
In questo modo ha trovato dimostrazione l’affermazione della Geopatologia che attribuisce anche alle piccole “zone di disturbo” dovute all’incrocio delle “pareti” dei reticoli energetici un reale fattore di rischio per la salute.
Finché questo studio non sarà ufficialmente invalidato nessuno può dire che la Geobiologia dei reticoli è una specie di truffa e nessuno può più sostenere che i reticoli energetici non esistono: non sapremo da cosa sono composti e da cosa hanno origine, ma sappiamo con certezza che ci sono e che i loro incroci sono nocivi.
In pochi decenni, dall’inizio alla fine del novecento, la Geobiologia ha fatto quindi un bel progresso.
Nonostante questo gli scettici organizzati, setta scientista che vede la scienza come una religione dogmatica, sono sempre pronti ad attaccare come ciarlatano chi si occupa di Geobiologia, soprattutto per i reticoli energetici, unico punto debole rimasto per la non dimostrabilità scientifica, e tentano ancora di screditare i rabdomanti sostenendo che sebbene sia accertato che l’acqua sotterranea in scorrimento emani un campo magnetico, è impossibile che un essere umano percepisca i campi magnetici non avendo egli organi sensoriali adatti. E sono sempre sfortunati perchè le ricerche scientifiche involontariamente li smentiscono di continuo, così come quella che ha fatto conoscere i punti di accumulo di magnetite nel corpo umano, dopo le già vecchie ricerche sui centri di sensibilità magnetica di vari animali. Inoltre tutti percepiscono sulla pelle e con i fosfeni (scintille di luce negli occhi anche al buio completo) un campo magnetico se è portato ad un’intensità abbastanza elevata, quindi non si può affermare che gli umani non possono percepire i campi magnetici, ma solo che normalmente li percepiscono solo se molto forti, cosa che non esclude che qualche individuo li percepisca anche se molto deboli.
Si dovrà pensare a qualcuno che controlli le affermazioni paranoiche del CICAP!
Ma occorre anche seriamente pensare che occupandosi di Geobiologia non si deve prestare il fianco alle critiche degli scientisti, perché se ci si comporta da ciarlatani pur di vendere qualcosa si dà ragione a loro.
La Geobiologia, intesa come la intendono il Gruppo di Ricerca fondato dal dr. Hartmann e di conseguenza l’Istituto GEA, è una cosa seria, come lo sono le patologie che le zone di disturbo contribuiscono in modo fondamentale a far insorgere.
Però guardando il web si vede che invece praticamente quasi tutti i siti relativi alla Geobiologia parlano di tutt’altro o in termini molto diversi e distorti5.
Purtroppo nel mondo infantile del pensiero magico, buono solo per vendere e rincretinire, non c’è molto posto per le cose serie, e questo fa comodo anche agli scettici scientisti, soprattutto se, oltretutto, queste cose serie possono prevenire le malattie e quindi far diminuire la vendita di farmaci…
Di fatto questi siti non servono a divulgare la Geobiologia e la sua importanza per la prevenzione delle geopatologie, ma a pubblicizzare e vendere oggetti o stuoie alle quali sono attribuite proprietà magiche di “schermatura” proprio come se si parlasse di amuleti contro il malocchio. Quindi sono quasi tutti siti di produttori o venditori di simili oggetti magici, e anche la quasi totalità di quelli che non lo sono servono volontariamente o inconsapevolmente a formare e rafforzare il milieu magico di fondo perché chi si avvicina alla Geobiologia debba pensare per forza alla necessità di acquistare una “schermatura”.
Allo stesso modo praticamente tutti i libri sull’argomento disponibili in italiano (eccetto “Geobiologia” di R. Alexandre, che però è vecchio e superato risalendo al 1970) sono niente altro che dei grossi depliant pubblicitari per i vari sistemi di “schermatura” magica.
Ma la Geobiologia non è questo ed è ben altro, come ci ha insegnato il dr. Hartmann.
________________________________________________________________

note:

1Geobiologia è un termine che attualmente indica due cose molto diverse: nel linguaggio accademico designa una branca degli studi scientifici di nuova impostazione e arrivata dagli Stati Uniti, cioè lo studio dell’incidenza delle modificazioni geologiche e geofisiche sull’evoluzione delle specie viventi. Nel linguaggio corrente invece Geobiologia indica la ricerca rabdomantica delle “zone di disturbo”, e deriva dal termine tedesco “Geobiologie” adottato dal dr. Hartmann per lo studio della posizione di questi punti nocivi nelle abitazioni allo scopo di evitare la corrispondenza con le posizioni delle persone mentre dormono.
Mentre la parola inglese “Geobiology” è il composto di Geology e Biology, e indica l’interazione della Geologia con la Biologia in un’accezione prettamente accademica, la parola tedesca “Geobiologie” deriva dalla preposizione del suffisso “Geo” (terreno) a “Biologie” per indicare “biologia del terreno” come sarà poi fatto per coniare il termine “Baubiologie”, tradotto in italiano con “bioarchitettura”, che significa “biologia del costruire”, in questi neologismi tedeschi la parola “biologie” sarebbe più precisamente da tradurre con “biologicità”, cioè “caratteristica conforme alla vita”. In questo modo dicendo “Geobiologie” in Germania si parla della biologicità del terreno, cioè delle caratteristiche del terreno che devono essere conformi alla vita, vitali e non antivitali, in una accezione prettamente medica (Hartmann era un medico). Tra le caratteristiche del terreno vi sono quelle visibili: l’essere asciutto o umido, l’essere inquinato o l’essere sano, e quelle invisibili: la presenza di elettrosmog o la presenza di “zone di disturbo” (come le ha denominate Hartmann).

2 si veda ad esempio lo studio: “Possibile attivazione da CEM di cellule immunitarie” Journal of Cellular Biochemistry 93:83 – 92 (2004)
Extremely Low Frequency Electromagnetic Fields as Effectors of Cellular Responses In Vitro: Possible Immune Cell Activation, Myrtill Simko and Mats-Olof Mattsson – Division of Environmental Physiology, Institute of Cell Biology and Biosystems Technology,University of Rostock, Albert-Einstein-Strasse 3, D-18059 Rostock, Germany – Cell Biology Laboratory, Department of Natural Sciences, Orebro University, SE-701 82 Orebro, Sweden

3 Le faglie minori e le dislocazioni locali si possono ritenere simili alle faglie maggiori, ma con un ambito di influenza e di emissione proporzionalmente minore; le emissioni delle fratture della roccia senza acqua sono relativamente basse e quelle delle discontinuità nei materiali ancora più leggere e attribuibili alla differenza di potenziale, ma anche qui mancano nuove certezze.

4La persona ipersensibile quando ritiene di aver incontrato un campo dovuto ad acqua in scorrimento veloce è quindi entrata in questo campo magnetico e lo scuotimento della bacchetta è dovuto alla reazione di allarme che si trasmette come sussulto alla bacchetta tenuta in tensione elastica che oscilla o come scarto che provoca una rotazione se è tenuta in modo rigido e verticale (bacchetta di Hartmann), oppure per il pendolo.

5Un esempio di terminologia errata e di concetti completamente sbagliati è preso dal sito di una ditta produttrice di “oggetti antidisturbo”, praticamente tutti i siti di simili ditte riportano concetti mutuati dalla radiestesia magica e non dalla Geobiologia.
È ovvio invece che per “geo-patia” si debba intendere un malessere dovuto principalmente al terreno, situazione che fa parte dell’Analisi Geobiofisica dei Luoghi e della Geopatologia medica.