Sabato 11/09/2021 è stato attuato con successo il percorso esperienziale “Magica Siena, una passeggiata percettiva”,

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Nella magnifica e “magica” Siena, sabato 11 settembre 2021 abbiamo trascorso una giornata diversa, un’esperienza impagabile.

Per contribuire a divulgare la conoscenza della percezione dello scambio energetico dei luoghi, mediato dalla situazione geologica e idrogeologica, che permette di fruire in modo completo dei paesaggi urbani e naturali, l’Istituto GEA, associazione di promozione sociale E.T.S., ha proposto nel centro di Siena il percorso di geologia percettiva:
Magica Siena: una passeggiata percettiva
e se a rendere Siena così “magica” fossero in realtà luoghi di particolare emissione elettromagnetica naturale?

Ci siamo ritrovati alle 10 di mattina alla fontana di San Prospero, alla Fortezza medicea, il punto (1) della mappa che si vede qui sopra.
Il percorso nero è quello che abbiamo fatto dal punto di ritrovo alla fontana della Fortezza al punto di ristoro per il pranzo in Piazza del Campo, segnato col punto (5)
Il percorso rosso è quello fatto dopo pranzo da Piazza del Campo, punto (5) al Duomo e poi alla Fortezza, per terminare di nuovo alla Fontana di San Prospero al punto (12). Quindi abbiamo fatto dodici tappe molto interessanti dal punto di vista percettivo e culturale.
Attendendo l’arrivo degli ultimi partecipanti, la Presidente dell’Istituto GEA, arch. Cristina Rovano, ha spiegato la proposta di Percorso Percettivo con argomentazioni sulla percezione dell’energia dei luoghi.

Marilinda Residori, psicologa insegnante di Autoregolazione Bioenergetica, ha fatto eseguire ai presenti una sequenza di Esercizi Bioenergetici per attivare la percezione.

Siamo partiti un po’ in ritardo per attendere degli amici che arrivavano da città abbastanza lontane e ci hanno fatto da guida Cristina Rovano, esperta in analisi geobiofisica dei luoghi; Francesco Guerrini, geologo, esperto del territorio senese; Pier Prospero, architetto, esperto di percorsi percettivi.
La prima tappa per la percezione è stata la vicina chiesa di San Domenico (2) dove all’inizio ci siamo concentrati sulla percezione della linea di faglia che costeggia l’esterno.

Dopo esserci impratichiti nella percezione siamo entrati a piccoli gruppi per “sentire” cosa ci dicevano i punti segnati sul pavimento per ricordare dove Santa Caterina era solita meditare e pregare: santa dalle mille risorse, Caterina aveva anche individuato delle emissioni energetiche naturali concentrate e significative. Subito dopo il gruppetto si dirigeva verso il transetto a sinistra dove in corrispondenza della linea di faglia ammiravamo un’immagine della Dea Madre col Bambino, un’antica iconografia che richiama la forte presenza del “femminile” nella città di Siena che ai tempi dei Romani era protetta da Minerva per gli apetti aperti, luminosi, e da Diana per gli aspetti sotterranei, oscuri.

Da San Domenico siamo scesi a Fonte Branda (3) per cambiare sensazione energetica e per vedere la sezione del “bottino” che rifornisce d’acqua la vasta piscina. Nella discesa il geologo ci ha fatto notare la parete della faglia percepita in precedenza e la conformazione del substrato che in un punto è affiorante.

A Fonte Branda ci siamo rilassati e siamo stati catturati dallo specchio d’acqua e dai numerosi pesci colorati.

Arrivo del “bottino” di cui si vede la sezione

Dopo aver ascoltato le notizie riferite dal geologo Francesco sul sistema idrico sotterraneo dei “bottini” siamo risaliti con le vicine scale mobili per andare verso Piazza del Campo. Abbiamo raggiunto l’incrocio denominato “Croce del Travaglio” dove ci siamo fermati per percepire come stavamo e siamo entrati nella Piazza dallo stretto vicolo di San Pietro col sottoportico di fronte all’incrocio. Questo ci ha permesso di percepire il cambiamento nel nostro stato al di qua e al di là della linea di faglia che attraversa il vicoletto di San Pietro, cioè prima alla Croce del Travaglio e poi nella Piazza.
Dopo aver osservato la forma a valva di conchiglia della piazza (4) e l’incombenza della Torre del Mangia, commentando sulle forme del femminile e del maschile impresse nella città, siamo andati a mangiare al Cencio sui tavolini in piazza, all’ombra (5): si registravano 32 gradi di caldo con un cielo azzurro splendido.

Dopo lo spuntino e le considerazioni sulla Piazza, sull’energia del luogo, la suggestione della forma, lo Yin e lo Yang, siamo ripartiti per raggiungere il battistero di San Giovanni e il Duomo.

Francesco, il geologo, ci ha fatto notare una cosa eccezionale: la sezione di una cava, utilizzata per la costruzione del Duomo Nuovo, rimasta sulla facciata di un palazzo medievale costruito dopo; sulla facciata si vedono gli strati di deposito dell’antico bacino dove è sorta Siena (6).

Poi abbiamo percepito quello che ci arrivava camminando lungo la facciata del Battistero individuando una zona centrale che crea una discreta sensazione.

Salendo la scala che porta al Duomo abbiamo incontrato la croce incisa su uno scalino a ricordo del punto in cui Santa Caterina era inciampata (7) “spinta da un demone” e ci siamo soffermati a percepire cosa fosse mai questo “demone” dispettoso. Il geologo ci ha spiegato che due faglie dirette si incrociano quasi perpendicolarmente all’interno del Duomo, una va dalla porta di ingresso centrale all’abside (e si tratta della zona disturbante percepita davanti al Battistero, il quale è sotto l’abside), e l’altra corre di fianco al transetto, cioè (guarda caso) va proprio in corrispondenza del gradino fatale.
La percezione sopra la croce incisa ci ha anche spiegato il motivo dell’inciampo: in quel punto si ha la sensazione che da una parte manchi la terra sotto i piedi e che dall’altra il livello sia più alto, inducendo a una torsione che fa perdere l’equilibrio.

Salita tutta la scala, nella piazza dove avrebbe dovuto sorgere il Duomo Nuovo abbiamo percepito uno alla volta cosa succede a stare a occhi chiusi sopra una piastra del lastricato in cui è incisa (scolpita) una spirale destrogira (8). La sorpresa è stata notevole perchè era evidente la rotazione indotta al corpo verso destra e l’avvitamento veso il basso nel terreno, a mo’ di cavatappi.

Ancora tutti presi da questa esperienza siamo stati portati da Celeste, una giovane amica del geologo esperta di storia romana e medievale, a vedere il “SATOR” inciso in caratteri gotici sulla parete sinistra del Duomo (9): una curiosità e una vera chicca. Sappiamo che è stato usato per proteggere le partorienti, appoggiando l’iscrizione all’addome, e questo ci fa ritornare al “femminile” che pervade Siena come informazione tellurica di distensione e come ricchezza di acque.

Abbiamo passeggiato davanti alla facciata del Duomo, sopra gli scalini (10), osservando le pietre della pavimentazione e cercando di ritrovare la faglia già percepita al Battistero.
Da lì abbiamo ripercorso all’inverso la scala e, seguendo il geologo col suo cartello indicante “Gruppo GEA”, siamo arrivati per la via più veloce alla Fortezza Medicea, dove siamo entrati per le prove di rabdomanzia (11).
La Fortezza infatti è attraversata da un “bottino”, uno dei canali sotterranei scavati per captare l’acqua e convogliarla alle fonti cittadine.

Sul muro a sinistra dove inizia la scala c’è anche uno stemma del Comune con impresso “B.I.” a significare “Bottino Idrico” e questo ha permesso di avere un riferimento sicuro per la posizione del “bottino” che andavamo a rintracciare con la bacchetta da rabdomante o con la bacchetta di Hartmann.
La verifica oggettiva della posizione del “bottino” è stata importante, non ci siamo dovuti “fidare” di qualcuno: l’acqua che scorreva veloce dentro al “bottino” era proprio lì dove l’avevamo percepita.

Verso le 17 abbiamo raggiunto la Fontana di San Prospero per la chiusura del Percorso (12) là dove lo avevamo iniziato. Lì abbiamo potuto porre le nostre domande agli accompagnatori e completare la compilazione delle schede sulla percezione che ci erano state fornite all’inizio.

Gli accompagnatori e gli altri associati dell’Istituto GEA hanno proposto, a chi voleva, un brindisi al vicino Bar di San Prospero per festeggiare la riuscita dell’impresa che aveva visto una lunga preparazione sulle carte, un sopralluogo per scegliere i posti da far percepire, una simulazione del percorso e la sua definizione finale proposta nel sito associativo e nelle locandine.

La partecipazione di una ventina di persone interessate, oltre ad alcuni associati GEA che hanno colto l’occasione per ritrovarsi, e agli accompagnatori, permette di dire che è stato un vero successo.
Ma a confortare gli organizzatori sono stati i feedback riportati dai partecipanti e l’attenzione e l’interesse con cui il Percorso è stato seguito.
Ringraziano quindi di cuore tutti i partecipanti.

Tutte le foto sono di Marilinda Residori.

Ecco un veloce riassunto di quanto i partecipanti hanno scritto nelle schede per la percezione in cui si dovevano indicare le variazioni del nostro stato psicofisico via via che il Percorso si sviluppava e nei punti scelti dagli organizzatori. Avvisiamo chi legge che non ci sono percezioni “giuste” e percezioni “sbagliate”: le sensazioni sono soggettive, siamo diversi e ciascuno ha la sua reazione dovuta alla tipologia fisica e caratteriale; l’importante è avere la percezione che l’energia del posto ci causa una reazione. Acquisire questa consapevolezza ci permetterà di godere delle strutture urbane o del paesaggio in modo più completo e più soddisfacente.
(1) FONTANA: all’inizio, dopo gli esercizi la maggioranza indica “benessere”, 3 persone però indicano “malessere”.
(2a) SAN DOMENICO (ESTERNO): sulla linea della faglia la maggior parte indica “malessere”, in particolare riportando che la faglia li colpisce alla testa. Qualcuno indica anche nausea, compressione del diaframma, sbandamento, alterazione della gola, gambe pesanti. La maggior parte percepisce una spinta verso l’alto.
Tre persone indicano invece “benessere”.
(2b) SAN DOMENICO (INTERNO posizioni della Santa): molti indicano “benessere” con spinta verso l’alto. In particolare sul punto davanti al ritratto di Santa Caterina riportano “spinta in avanti”, “spinta in alto”, alterazione del battito cardiaco; sul punto del pavimento a sinistra riportano “spinta verso l’alto”; sul punto centrale con il vetro molti non hanno avuto percezioni; una persona indica la sensazione di stare sul vuoto; sul punto a destra la maggioranza indica “malessere”, in particolare alla testa.
(3) FONTE BRANDA: tutti concordano su “benessere”.
(4a) CROCE DEL TRAVAGLIO: in generale i partecipanti esprimono “malessere”. Le sensazioni più comuni sono: giramento di testa, spinta in uscita, spinta verso l’alto, tremore alle gambe e allo stomaco, senso di anestesia. Una persona esprime invece “benessere” e senso di liberazione.
(4b) PIAZZA DEL CAMPO: la maggior parte esprime “benessere”; qualcuno riporta senso di assorbimento verso il basso e di indebolimento delle gambe.
(6) BATTISTERO: di quelli che hanno scritto circa questo punto la maggior parte riporta “benessere”. Ma una minoranza esprime “malessere”.
Invece tutti concordano sulla spinta verso l’alto.
(7) SCALA, CADUTA DELLA SANTA: la maggior parte indica “malessere” e spinta verso il basso, o contraria al senso di salita; due persone hanno percepito “benessere” e sensazione di miglioramento rispetto al Battistero.
(8) SPIRALE A FIANCO DEL DUOMO: la maggioranza prova “malessere” e percepisce vertigini lievi, giramento della testa, rotazione del corpo; qualcuno riferisce battiti accelerati e qualcun altro senso di radicamento.