Catalogo delle zone di disturbo naturali e artificiali in Geobiologia e Elettrobiologia

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a cura dell’Istituto GEA, scuola di Analisi Geobiofisica e Geobiologia (copyright Istituto GEA 2006/2015)

ZONE DI DISTURBO DI ORIGINE NATURALE DI CUI È COMPROVATA L’ESISTENZA*

in ordine di pericolosità (dalla più nociva alla meno nociva)

Zone di disturbo di origine naturale patogene
con la permanenza in loro corrispondenza per alcuni anni (2-4), soprattutto nel periodo del sonno, il rischio dell’insorgenza di una patologia è molto elevato, la patologia sarà a carico del distretto corporeo interessato dalla zona di disturbo e di una tipologia presente nella suscettività genetica della persona.

Zone sulla verticale dei seguenti fenomeni di origine geologica/idrogeologica e di origine non conosciuta (elettromagnetismo naturale):

  1. faglia trascorrente (scorrimento laterale, crea informazione di torsione e compressione con forte emissione di radiazioni a largo spettro comprendenti UV e raggi X)
  1. faglia inversa (sovrascorrimento o subduzione, crea informazione di compressione con forte emissione di radiazioni a largo spettro comprendenti UV e raggi X)
  1. linea di faglia diretta (punto di allontanamento delle masse rocciose, crea informazione di lacerazione e più lontano di distensione con forte emissione di radiazioni a largo spettro comprendenti infrarossi, UV e raggi X)
  1. dislocazione locale delle masse rocciose (fratture della roccia con movimento verticale di una delle due parti o di entrambe, creano informazione di compressione e forte emissione di radiazioni)
  1. scorrimento di acqua sotterranea confinata nella roccia o in paleoalveo (il movimento di rotazione delle molecole di acqua creato dallo scontro con i materiali e con i bordi crea un campo magnetico a bassissima intensità verticalizzato, paragonabile a quello emesso da un cavo dell’alta tensione interrato)
  1. punto di massima intensità (incrocio) del reticolo energetico parallelo al Nord detto di Hartmann
  1. punto di massima intensità (incrocio) del reticolo energetico diagonale al Nord detto di Curry
  1. emissione spiraliforme sinistrogira (sezione a cerchi concentrici, crea informazione di rotazione sinistra e   sprofondamento)
  1. emissione spiraliforme con due o più corone alcune sinistrogire e alcune destrogire (sezione a cerchi concentrici,crea informazione di rotazione sinistra e sprofondamento in un’area e di rotazione destra con innalzamento in un’altra area, tipicamente ha una direzione nel centro e quella contraria nella corona)
  1. emissione spiraliforme bidirezionale (sezione a cerchi concentrici, crea informazione di rotazione sinistra con sprofondamento e poi destra con innalzamento, il tempo di inversione della rotazione è di alcuni secondi)
  1. “caminella” dovuta ad anomalie geologiche verticali (si presenta come la sezione di una canna fumaria tonda)
  1. vene minerarie di magnetite o ferrite, giacimenti di carbone
  1. vuoti naturali confinati (grotte chiuse per crolli, senza ricambio di aria).
  1. campo spiraliforme destrogiro (sezione a cerchi concentrici, crea informazione di rotazione destrogira e     innalzamento, dà benessere per un periodo di esposizione breve, ma non si può dormire in sua corrispondenza per l’eccesso di cessione energetica)
  1. vuoti, grotte non confinate con acqua in scorrimento (con ricambio di aria e con scorrimenti d’acqua non in pressione più o meno cospicui)
  1. resti umani (non fossilizzati, causano malessere fisico e psichico fino a vere e proprie patologie)

Zone di disturbo di origine naturale non patogene:
con la permanenza in loro corrispondenza soprattutto nel periodo del sonno si ha un disturbo percepito come più o meno fastidioso a seconda della persona, che potrebbe limitare il benessere.

Zone sulla verticale dei seguenti fenomeni di origine geologica/idrogeologica e di origine non conosciuta (elettromagnetismo naturale):

  1. “parete” del reticolo energetico parallelo al Nord detto di Hartmann (i reticoli sono formati da “pareti” di energia che si dispongono con il nord magnetico e si incrociano perpendicolarmente formando i punti di massima intensità, o “incroci”, per il momento le “pareti” del reticolo di Hartmann sono state trovate tra 700 metri di profondità e 5000 metri di altitudine, non se ne conosce però l’origine)
  1. vuoti, grotte non confinate (con ricambio di aria e senza scorrimenti d’acqua)
  1. “parete” del reticolo energetico diagonale al Nord detto di Curry
  1. substrato con torbe (residui organici in decomposizione: moltissima assorbanza e informazioni di morte e decomposizione)
  1.  resti animali (non fossili)
  1. fratturazione della roccia senza dislocazione (le masse rocciose sono solo fratturate senza traslazione)
  1. discontinuità tra i materiali del substrato (si creano gradienti elettrici tra materiali a diversa conducibilità, es. sabbie quarzifere che confinano con limo argilloso dovuto a differenti depositi fluviali)
  1. substrato a ex palude o stagno (residui organici e melma: molta assorbanza e informazioni di decomposizione)
  1. substrato con molte falde confinate (più strati acquiferi diffusi confinati e cospicui, molta assorbanza)
  1. “incrocio” del reticolo energetico parallelo al Nord detto “Kleine” (“piccolo”, con maglia di cm 50/55 x 50/55)
  1. variazioni del Nord magnetico naturale maggiori di 4° rispetto alla direzione media nel resto del territorio (oltre i 90° provocano nervosismo e disturbi del sonno).


ZONE DI DISTURBO DI ORIGINE ARTIFICIALE
in ordine di pericolosità (dalla più nociva alla meno nociva)

Zone di disturbo di origine tecnologica patogene:

  1. entro 150 metri per lato dalla proiezione a terra del cavo dell’alta tensione a 380 000 Volt
  1. entro 100 metri per lato dalla proiezione a terra del cavo dell’alta tensione a 220/230 000 Volt
  1. entro 50 metri per lato dalla proiezione a terra del cavo dell’alta tensione a 132 000 Volt
  1. entro 10 metri per lato da un cavo di alta tensione messo sotto marciapiede (interrato di pochi centimetri)
  1. entro 10 metri di raggio da cavi a 20 000 o 10 000 Volt
  1. entro 4-5 metri di raggio da cavi a 380 Volt (servitù condominiali, cavi di ascensori, ecc.)
  1. in tutte le zone dove l’intensità del campo magnetico tecnico a 50 Hz supera 0,05 MicroTesla (misurando con strumentazione isotropica calibrata)
  1. entro 500 metri da un’emittente televisiva nel cono principale di irradiazione
  1. entro 300 metri di raggio da un’emittente radiofonica in modulazione di frequenza (FM)
  1. entro 150 metri di raggio da una torre di ripetitori radiobase extraurbani (torri a traliccio alte, con parecchi ripetitori in tutte le direzioni)
  1. entro 30 metri di raggio da un ripetitore radiobase urbano (tipicamente con un solo ripetitore posto su un tetto)
  1. in tutte le zone dove l’intensità del campo elettromagnetico tecnico dovuto ad antenne emittenti di teletrasmissione supera 0,20 Volt/metro o, se dovuto a emissioni “wi-fi”, supera i  5,00 microWatt/metro quadrato (misurando con strumentazione isotropica calibrata)
  1. sulla verticale di canali e fiumi intubati, o di grossi tubi, con molta acqua in scorrimento veloce (la nocività massima è ai bordi dove le molecole d’acqua acquistano moto vorticoso)
  1. sulla verticale di vuoti artificiali confinati adibiti a sepoltura (informazioni di morte)
  1. sulla verticale di vuoti artificiali confinati e senza aerazione (vani interrati dimenticati, vespai chiusi)
  1. sulla verticale di vuoti artificiali non confinati (gallerie di vecchie miniere, gallerie per altri usi, con ricambio d’aria)
  1. aree precedentemente utilizzate come discarica (informazioni di decomposizione, inquinamento chimico)
  1. sulla verticale di canali fognari (provocano senso di nausea e disturbi generalizzati)
  1. abitazioni o loro parti dove l’emissione radioattiva totale superi 0,03 milliRoentgen/ora.

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  • Le cosiddette “Ley lines” non sono riportate nel “Catalogo” in quanto in più di vent’anni di rilievi geobiologici non sono mai state rintracciate da esperti dell’Istituto GEA, nemmeno cercandole direttamente nei siti dove sono state segnalate da radiestesisti su pubblicazioni varie. Anche i maggiori rappresentanti del Forschungskreis für Geobiologie “dr Ernst Hartmann” hanno confermato di non averne mai trovate. Si ritiene quindi che non esistano e siano frutto di una errata interpretazione dei segnali energetici presenti sul territorio o di una presunzione puramente teorica, soprattutto quando dovrebbero congiungere luoghi particolari con templi o cattedrali.
  • Le zone naturali in cui il gas Radon supera la misura di 50 Bequerel per metro cubo di aria o il terreno supera 0,03 milliRoentgen/ora sono ugualmente patogene ma non costituiscono “zone di disturbo” propriamente dette e confinate per cui non sono inserite nel Catalogo.

2006-2015 dr. Pier Prospero per Istituto GEA – Copyright Istituto GEA