IL TUO LETTO È AL POSTO GIUSTO? con la Geobiologia si può sapere dove sono le zone di disturbo che possono portare a delle patologie e disporre i letti in modo da evitarle

, Scrivi un Commento

LETTO CON INCROCIO H 2004 copiala Geobiologia, cos’è e a cosa serve

—  Uno dei primi libri di Geobiologia, scritto dal seguace francese del dr. Hartmann, Remi Alexandre, in originale si intitolava così[1]Il tuo letto è al posto giusto? e questo è tuttora lo slogan più efficace per indicare di cosa si occupa la Geobiologia.
Esistono delle radiazioni naturali che sono nocive alla salute poiché creano un disturbo, un’irritazione, che, a lungo andare, nella porzione di corpo colpita provocano prima l’infiammazione e poi l’invecchiamento e la degenerazione dei tessuti organici, col pericolo dell’insorgenza di una patologia grave.
L’unica maniera per evitare questo danno è quella di non esporsi a queste irradiazioni per lunghi periodi di tempo. NON CI SONO OGGETTI “MAGICAMENTE” CAPACI DI SCHERMARCI o di “bonificare” la casa dalle radiazioni studiate in Geobiologia; le mille proposte di “schermatura” sono solo illusioni create ad arte per vendere oggetti, stuoie, ecc. che in realtà non servono a niente, quando non sono nocivi.
Se si può fare una correlazione diretta tra l’insorgenza di una patologia e una determinata zona di lunga permanenza della persona, questa zona si definisce “geopatogena” o meglio, come si esprimono i geobiologi tedeschi, “zona di disturbo“.
Il posto tipico dove si ripete sempre la stessa posizione per molti anni e per circa 7-8 ore al giorno (arrivando così a 2300-2600 ore l’anno) è il proprio letto.
Ecco perché per preservare la salute bisogna chiedersi se è “al posto giusto” oppure in corrispondenza di una “zona di disturbo”.
Le irradiazioni delle “zone di disturbo” sono di 2 tipi:
alcune provrilievo geobiof terreno tione copia 2engono dalla geologia del terreno o dalla situazione delle acque sotterranee;
altre provengono da forme energetiche naturali che seguono il nord magnetico (la direzione indicata dall’ago della bussola) e danno l’idea di “pareti” di energia perpendicolari tra loro che si dispongono a rete e sono perciò denominate “reticoli energetici”.

Il primo tipo di radiazioni è abbastanza semplice da capire anche se occorre qualche piccola nozione di geologia: si tratta delle emissioni energetiche di fenomeni geologici come faglie e dislocazioni della roccia, fratturazioni della roccia, scorrimenti d’acqua sotterranea nelle fratture della roccia, scorrimenti d’acqua sotterranea in antichi alvei di torrenti poi sepolti da detriti e sedimenti (le cosiddette “vene d’acqua” che si trovano in pianura); ciascuna di queste formazioni geologiche emette un campo elettromagnetico naturale che è il responsabile della formazione di “zone di disturbo” sulla loro verticale in superficie.

Le seconde irradiazioni, quelle a reticolo, sono invece ancora un mistero perché non si sa come si formino e come mai si dispongano in quel modo; però dagli esperimenti del dr. Ernst Hartmann e dai riscontri di moltissimi medici si sa per certo che nei punti di “incrocio” sono nocive.
Questo è un fatto importante per prevenire le patologie e per fortuna la nocività patologica si limita agli “incroci” delle “pareti” di ciascun reticolo (non si danno incroci tra reticoli diversi), dove l’intensità di questa forma energetica diventa molto più forte di quella delle “pareti” singole e riesce a provocare 2 stanza fshui +geobiol erroregli effetti che abbiamo descritto sopra.

I reticoli energetici i cui “incroci” sono nocivi sono due: quello parallelo al nord magnetico, detto di Hartmann dal medico tedesco Ernst Hartmann che lo ha studiato e per primo ne ha scoperto la nocività, e quello diagonale al nord magnetico, detto di Curry dall’ingegnere austriaco Manfred Curry che lo ha studiato per primo.
Anche questi “incroci” dei reticoli energetici sono “zone di disturbo” naturali.

Se si dorme in corrispondenza di “zone di disturbo”, sia di origine geologica che di origine reticolare, si corre il rischio di mettere in moto il processo di infiammazione-invecchiamento-degenerazione dei tessuti, un processo che se dura un tempo abbastanza lungo sfocia in patologie autoimmuni croniche o in patologie terminali.
Purtroppo nella normale quotidianità ci sono anche molti altri fattori che possono avviare questo processo come gli allergeni alimentari, ancora troppo sottovalutati; molte sostanze chimiche tossiche disperse nell’aria, nell’acqua e nei cibi; le radiazioni magnetiche dei cavi e dei motori elettrici; le radiazioni elettromagnetiche delle trasmittenti radiotelevisive o telefoniche (antenne, telefonini e cordless, wi-fi); le radiazioni ionizzanti a bassa intensità (radioattività di materiali edili, assunzione di gas Radon), e altre ancora che dipendono da dove abitiamo e dal lavoro che svolgiamo.
Dato che in qualche modo tutti, per quanto attenti, subiamo contemporaneamente le aggressioni di molti fattori che alterano il sistema immunitario, dobbiamo considerare le “zone di disturbo” geobiologiche come una causa tra le molte, ma le radiazioni delle “zone di disturbo” naturali restano uno degli elementi più importanti tra quelli che possono portare ad una patologia.
Studi scientifici recenti sul sistema immunitario hanno dimostrato che durante il sonno il nostro sistema immunitario va al massimo della sua attività (al contrario di quel che si pensava una volta) quindi una eventuale aggiunta di “stimolo” che gli arriva dall’irradiazione di una “zona di disturbo” lo porta facilmente ad un iperattività che, non trovando bersagli concreti e col ripetersi dell’esposizione, si trasforma in autoaggressione, cioè va a colpire anche i propri tessuti.
Le patologie autoimmuni croniche sono diffusissime e in forte aumento; anche le più “leggere” causano comunque notevoli sofferenze nella popolazione e grosse spese per il sistema sanitario.
Si tratta ad esempio dell’asma, delle allergie, della psoriasi, del diabete, del morbo di Crohn, dell’artrite reumatoide, del lupus eritematoso, della tiroidite autoimmune, della sclerodermia, della fibromialgia, della periarterite nodosa, della rettocolite, dell’atrofia surrenalica autoimmune, della sclerosi multipla. Questo problema dell’autoimmunità è oggetto di studio dell’Ecologia Clinica, scienza nata nei paesi anglosassoni negli anni ’40 del secolo scorso che si occupa dei disturbi clinici causati dall’impatto sull’organismo umano delle sostanze presenti nell’ambiente, da quelle chimiche (fertilizzanti, pesticidi, coloranti, additivi, conservanti) ai metalli pesanti (mercurio, cromo, piombo), dall’inquinamento atmosferico a quello elettromagnetico. In questa scienza si possono inserire anche gli effetti delle radiazioni delle “zone di disturbo” naturali.
L’irradiazione delle “zone di disturbo” naturali è a bassissima intensità perciò per causare effetti dannosi alla salute (geo-patologie) l’esposizione deve essere ripetuta nel tempo per un periodo abbastanza lungo e questo avviene nel letto dove ogni notte si ripete la stessa posizione per molti anni.
Evitare l’irradiazione delle “zone di disturbo” quando si dorme diventa quindi un buon modo per ridurre notevolmente i rischi, anche se da solo non basta: bisognerebbe considerare tutti i fattori di cui si è detto sopra.
Nell’ambito della prevenzione delle patologie e del mantenimento del benessere, il cibo, la casa e la posizione del letto sono fondamentali: ci si deve orientare verso gli alimenti biologici garantiti e verso una dieta che eviti gli allergeni; si deve scegliere una casa fatta di materiali biocompatibili che non inquinino l’atmosfera interna, che sia posta abbastanza lontano da elettrodotti e antenne trasmittenti; in cui si possano mettere i letti “al posto giusto” cioè non in corrispondenza di “zone di disturbo.
Non è facile avere la casa “giusta”, ma quando si può scegliere perchè se ne costruisce o se ne acquista una o perché si va a prenderla in affitto, allora è bene tenere presente questi consigli.
La Geobioloia interviene qui: quando si va ad abitare in una nuova casa, prima di progettare l’arredamento delle camere; è a questo punto che è più opportuno chiamare l’esperto che ci può fornire la mappa delle “zone di disturbo” che sono presenti.
Naturalmente si può far tesoro della mappa delle “zone di disturbo” anche se abbiamo già una casa arredata e ci viviamo da tempo: quando sappiamo dove sono le “zone di disturbo”, cambiando la posizione dei letti o facendo qualche altro cambiamento nell’arredamento possiamo evitare di restare ulteriormente in corrispondenza delle loro radiazioni ed eliminare un rischio per la salute, oppure cominciare a vedere dei risultati con le cure.
Arredando al propria casa in questo modo “consapevole” non si incorrerà nell’irradiazione naturale responsabile della “focalizzazione” che apre la porta alla patologia.
Non esiste però una correlazione tra l’esposizione alle radiazioni delle “zone di disturbo” e una precisa patologia: la patologia che potrà insorgere dipende dall’ereditarietà e dallo stile di vita della persona, ma sarà sicuramente a carico di un organo o di un tessuto compreso nella porzione di corpo che è stata irradiata per molto tempo nel letto.
Le radiazioni delle “zone di disturbo” naturali non sono ancora individuabili strumentalmente (nonostante le pretese di qualche venditore, nessuno strumento elettronico è attualmente in grado di sentirle), perciò l’analisi per trovarle per il momento deve essere ancora svolta con il metodo percettivo, cioè utilizzando l’ipersensibilità di un esperto che ha anche la capacità professionale di distinguere le varie “zone” e di riportarle in modo coerente in una mappa.
Il fisico reagisce all’ingresso in una “zona di disturbo” scatenando adrenalina che causa un sussulto inconscio, cosa che permette agli operatori “ipersensibili” di individuare la posizione delle “zone di disturbo”.
copertina_risikofaktorPer verificare se è vero che insorgono alterazioni alla salute con la permanenza in zone considerate “di disturbo” rilevate con indagini percettive è stato condotto uno studio scientifico, finanziato dallo stato austriaco, intitolato “Fattore di Rischio del Sito, ricerca scientifica sul problema dell’influsso delle zone “rabdomantiche” sugli esseri umani (24 parametri biologici analizzati su 985 persone con 6943 esami totali). Questo studio, condotto dal prof. dr. Otto Bergsmann dell’Università di Vienna, è molto importante poiché ha dimostrato, contro le aspettative di chi l’aveva commissionato, che con la permanenza in queste “zone di disturbo” avviene una reale variazione dello stato ormonale (Serotonina) e di altri parametri che coinvolgono la salute tra cui l’aumento della VES che conferma l’effetto infiammatorio.
Le conclusioni cui giunge questo studio sono i più validi supporti scientifici alle diagnosi mediche di “geopatologia” e confermano la necessità di non permanere, almeno dormendo, in corrispondenza dell’irradiazione delle “zone di disturbo” naturali. Ecco alcuni passi di queste conclusioni:
– “… su 24 parametri o fenomeni analizzati, in 12 si è riscontrato un influsso molto significativo dovuto al luogo sul comportamento della regolazione, in 5 una tendenza, in 6 nessun influsso. Per come è strutturata la nostra ricerca, la variazione di un solo parametro sarebbe già stata una prova dell’effetto del sito… Se i risultati della ricerca sono valutati in base alla significatività biometrica si vedono in primo piano il comportamento della Serotonina e della VES… La Serotonina si riduce stando nella ‘zona di disturbo’… La Serotonina… ha un effetto tranquillante per cui viene anche definita come un ‘sonnifero’. Bisogna tener presente che alcuni sintomi attribuiti all’effetto del sito, quali per es. insonnia, nervosismo, ecc. possono essere attribuiti alla carenza di Serotonina… L’effetto del sito non dà luogo ad un processo che conduce inevitabilmente alla malattia. È piuttosto un fattore di rischio, il quale può intensificare l’effetto di diversi fattori patogeni… solo nell’interazione con questi altri fattori, il fattore di rischio dovuto al posto (del letto) può acquisire un’importanza patogena. … È certo che una delle misure (di prevenzione) più importanti è realizzare una condotta di vita flessibile con cui evitare da un lato lo stress prolungato dovuto alla permanenza in una ‘zona di disturbo’ e dall’altro lato ridurre i disturbi vegetativi. … Risulta quale conseguenza logica che il cambiamento del posto (del letto) non può sostituire la terapia medica, ma può tuttavia essere di valido sostegno alla terapia medica. [2]
Lo studio è basato sull’esposizione molto breve (mezz’ora) della persona ad una “zona di disturbo” stando seduti in sua corrispondenza, perciò le persone erano interamente coinvolte dalle irradiazioni, non solo in una parte del corpo come sarebbe avvenuto da sdraiate. Con questa procedura veloce si credeva di “favorire” il risultato voluto dai committenti, cioè la dimostrazione che l’esposizione alle “zone di disturbo” non procurava alcuna alterazione ai 24 parametri sanguigni presi in considerazione, invece si è ottenuto un risultato imprevisto di alterazione a ben 12 parametri, tra cui alcuni molto importanti per la salute, e lo si è ottenuto probabilmente proprio perché le persone, anche se per un  breve tempo, stavano completamente dentro la “zona di disturbo” sulla verticale dell’irradiazione che così coinvolgeva tutti gli organi e tutte le ghiandole nello stesso momento.
Riassumendo, lo studio del dr. Bergsmann ha dimostrato che l’esposizione alle irradiazioni delle “zone di disturbo” è all’origine dell’infiammazione che crea la variazione in negativo di alcuni importanti parametri sanguigni che indicano un peggioramento delle condizioni della persona.
Dall’esperienza medica sappiamo che se questa situazione si prolunga per un tempo sufficiente provoca una ipertrofia immunitaria locale (cioè di un eccesso di agenti immunitari tutti nello stesso punto) che causa l’autoaggressione immunitaria, che a sua volta esaurisce le difese immunitarie generali, in una catena negativa che si autoalimenta.
Si tratta di un problema serio, molto serio, rispetto al quale la misura più logica è quella di evitare di esporsi a queste radiazioni.
Per farlo bisogna sapere dove sono le “zone di disturbo” e l’unica maniera per saperlo è chiedere un’analisi geobiologica delle stanze da letto che ci dia la mappa della loro posizione in modo da poter disporre i letti “al posto giusto” cioè nelle aree non disturbanti.
Con la salute non si scherza e bisogna comportarsi da adulti responsabili: non servono a niente le infantili speranze in oggetti “magici”, simboli, spirali, piastrine o stuoie, che pretendono di “schermare” dalle radiazioni di queste “zone di disturbo”. In realtà si tratta di “amuleti” contro un moderno “malocchio” dato dalle “onde nocive” secondo una mentalità “magica”, arcaica ma ancora molto diffusa.
L’unico vero effetto di questi oggetti è quello di spillare soldi inutilmente a persone che sono state prima spaventate a dovere dai venditori.
Qui non c’entra la Geobiologia come l’ha definita il dr. Hartmann: non si tratta di esperti che ci permettono di sapere dove sono le “zone di disturbo”, ma si tratta di venditori molto ben addestrati a far cadere nella trappola della “magia” per cui con il loro oggetto tutti i disturbi scomparirebbero e la casa si “bonificherebbe” da ogni “negatività” (un linguaggio appunto da maghi).
Bisogna sapere invece che tutte le “zone di disturbo” restano sempre dove sono e le radiazioni che le formano oltrepassano tutti i materiali, perciò non si modificano proprio per niente per gli oggetti “schermanti” che possono esser messi nelle stanze.
Risulta ovvio che non si può ottenere alcuna modificazione delle “zone di disturbo”, che sono aree dove si hanno delle radiazioni naturali, utilizzando disegni, simboli, cristalli, fialette, stuoie coprimaterasso con o senza bande magnetiche, sughero con fili di rame, “antenne” e “piastre” di varia natura, “agopuntura della terra”, magneti, campi elettromagnetici per magnetoterapia, eccetera, eccetera, dovunque e in qualsiasi modo siano disposti.
Se abitaste sopra uno studio di radiologia e scopriste che vi è una apertura nella rivestitura di piombo del soffitto dello studio (che è il vostro pavimento) che lascia passare dei raggi “x” verso il vostro letto, cosa fareste: chiamereste un venditore di una “schermatura” fatta da piastrine, antenne o simboli da mettere sotto il letto o agli angoli della stanza, oppure spostereste subito il letto in un posto dove le radiazioni non vi raggiungano?
Per le “zone di disturbo” non serve a niente nemmeno il piombo, come ha dimostrato a suo tempo il dottor Hartmann.
La Geobiologia serve a farci sapere dove sono le “zone di disturbo” naturali per evitarle, tutto il resto non è Geobiologia, ma vendita, o meglio, vendita di magia.
________________________________________________

[1] nell’edizione italiana il titolo fu cambiato in “Geobiologia”, red ed. 1984/2006

[2] Bergsmann dr. Otto, “Risikofaktor Standort, Rutengängerzone und Mensch”,  Facultas Universitäts Verlag, Wien 1990

(autore di “Il tuo letto è al posto giusto?”: Pier Prospero)