il 24/05/2015 si è tenuto il SEMINARIO GRATUITO “SENTIRE LA TERRA ALL’EREMO DI MONTE SAN GIORGIO” (BARDOLINO VR)-relazione sulla percezione dei partecipanti

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Domenica 24 maggio, si è tenuta la terza replica del Seminario gratuito teorico-esperienziale “Sentire la Terra” sul percorso che porta all’Eremo Camaldolese di Monte San Giorgio sulla “Rocca del Garda” in comune di Bardolino (VR). Il gran numero di iscrizioni al Seminario ha costretto gli organizzatori a prevedere tre repliche di seguito nel mese di maggio.
ha condotto Marco Pozzani, Esperto in Analisi Geobiofisico-geobologica dei Luoghi dell’Istituto GEAseminario Pozzani 2015 b

I seminari “Sentire la Terra” per l’Istituto GEA sostituiscono le conferenze in cui si parla di geobiofisica. Sono “conferenze dilatate” o, più precisamente, comunicazioni teorico-esperienziali rivolte ad un pubblico di interessati all’argomento. Si tratta di eventi gratuiti organizzati allo scopo di far conoscere al pubblico L’Istituto GEA e lo scambio energetico del territorio e i suoi effetti su di noi e sul nostro benessere.
I seminari “Sentire la Terra”, inaugurati a Sanremo nel 2006, si svolgono nell’arco di alcune ore in un’unica giornata; prevedono un punto di incontro e riunione dei partecipanti, un percorso da fare a piedi, un contenuto paesaggistico o culturale di qualche interesse e soprattutto una certa varietà di occasioni dove sperimentare le due tipologie principali di scambio energetico del substrato, l’assorbanza e l’emittanza, in punti dove siano sufficientemente intensi per essere percepibili anche da persone non ipersensibili e non abituate alla percezione.
I seminari sono tenuti da un esperto dell’Istituto GEA che ha il ruolo di guidare il gruppo invitando a soffermarsi nei punti più interessanti e facendo notare le differenze di percezione e i diversi effetti prodotti dalle informazioni che arrivano dal substrato geologico su cui si sta camminando. Chi conduce ha svolto il training di formazione previsto dall’Istituto GEA nel quale è presente l’insegnamento teorico e pratico dei fondamenti di Geologia e di Geobiofisica, oltre ad essere svolto un certo numero di percorsi percettivi di prova.

Il percorso inizia e termina sulla Strada Provinciale 32 nel tratto che collega Albarè a Bardolino in prossimità delle contrade “Cortelline-Castello” e ha inizio in corrispondenza di un bivio con un capitello antico. In questo punto vi è un piccolo parcheggio con un cartello che indica i sentieri e i percorsi per mountain bike. È possibile vedere il percorso su questo cartello.
Il percorso del Seminario impegna circa 3 ore, si snoda sulle colline di Bardolino nella zona denominata Rocca e ha come meta culturale l’Eremo camaldolese di Monte San Giorgio, sopra Garda in provincia di Verona.
Gli scambi energetici dovuti alle situazioni geologiche presenti sono significativi, intensi e diversi, quindi si prestano ad essere percepiti anche da persone non esperte.

Geologia:
a livello generale la carta del Progetto Finalizzato Geodinamica, modello strutturale tridimensionale, del CNR “Structural Model of Italy” in scala 1:500000, mostra una “isola” di arenarie e calcari fossiliferi che affiora dai sedimenti quaternari e forma il Monte San Giorgio e la Rocca di Garda; inoltre la carta mette in evidenza le due faglie principali dell’area:
– la faglia in direzione nord-est/sud-ovest che congiunge Desenzano a Marciaga, subito a est di Torri del Benaco, che passando per Sirmione dà origine alla fuoriuscita di acque termali conosciute dai tempi dei Romani che costruirono quelle che oggi si chiamano “Grotte di Catullo”
– la faglia in direzione nord-ovest/sud-est che a da poco a nord di Torri del Benaco giunge fino alla periferia di Verona.
Queste due faglie portanti si incrociano a Marciaga in modo perpendicolare. I loro effetti sulle strutture rocciose sono stati quindi diversi e contrastanti.
La prima è sicuramente una faglia distensiva poiché permette l’inabissarsi delle acque sotterranee fino al contatto con i gas caldi di origine vulcanica per cui si scaldano e risalgono dando origine agli affioramenti termali; quindi il movimento a cui la faglia dà origine è di apertura dalla linea di faglia verso l’esterno a nord-ovest in direzione della sponda bresciana del lago e a sud-est in direzione della sponda veronese.
La zona dell’Eremo camaldolese riceve da questa faglia una “spinta” tettonica che trovando l’ostacolo dell’affioramento roccioso abbastanza compatto, lo spinge comprimendolo.
Sulla carta geologica la seconda faglia non è determinata ed è tutta sommersa per cui la sua linea è tracciata su supposizione dei geologi oppure sulla analisi delle spettrometrie aeree o satellitari. Queste due faglie sono le più grandi e importanti delal zona, ma nell’area del percorso si incontrano alcune faglie minori, non cartografate, che dipendono dalle due principali e dalle loro spinte tettoniche, oltre a fratturazioni delle rocce con o senza acqua in scorrimento veloce all’interno e a dislocazioni locali della roccia dovute ai movimenti verticali succedutisi nelle varie epoche geologiche.eremo di San Giorgio

Percorso:
Parcheggiate le auto si inizia la percezione geobiofisica andando ad osservare il capitello e cercando di “sentire” l’effetto dello scambio energetico del luogo sul proprio equilibrio (a occhi chiusi) iniziando così subito l’esperienza percettiva.
Poco dopo l’inizio della strada che porta all’Eremo, sulla sinistra, vi è l’accesso a un oliveto con uno slargo dove si è fatta la prima sosta per eseguire alcune sequenze di esercizi bioenergetici per il radicamento e per l’attivazione della percezione.
Finiti gli esercizi, lungo la strada abbiamo provato a percepire uno scorrimento d’acqua con una prova di rabdomanzia con la bacchetta.
Salendo sulla strada sterrata un po’ in salita e a curve si è iniziato a percepire lo scambio energetico del terreno che è prevalentemente di roccia calcarea, e in qualche tratto di marne.
Lo scambio energetico è sia in assorbanza sia in emittanza per la presenza di roccia sedimentaria (assorbanza) e di punti di roccia vulcanica (emittanza). Le dislocazioni della roccia e le piccole faglie presenti aumentano l’emittanza.
Con queste due tipologie di rocce lungo il percorso il nostro corpo sente molta fatica nel movimento e nel respiro nei tratti in assorbanza, viceversa nei tratti in emittanza fa significativamente meno fatica.
Camminando si percepiscono alcune fratture e dislocazioni della roccia che sono segnalate anche dalla natura circostante con gli alberi che costeggiano la strada malati o seccati in loro corrispondenza.
Ne pressi dell’Eremo si inizia a percepire un forte campo energetico molto diverso da quello del punto di partenza, inoltre ci si è aperta la vista sul Lago di Garda permettendo di godere di un paesaggio mozzafiato.
Poco prima dell’Eremo ci troviamo davanti una grande croce in legno posata in un punto “forte” dove è stato interessante percepire le sensazioni che ci arrivano.
Poi prendendo la strada a destra dell’eremo si è percepita una forte dislocazione del terreno, dove si è notata l’abbondanza di edera e di pungitopo, piante che segnalano la presenza di forti disturbi energetici.
Siamo andaai poi a visitare l’Eremo caratterizzato da una maggiore serenità e siamo arrivati alla chiesa che al suo interno ha un punto energeticamente significativo in corrispondenza del coro.
Qui il percorso si è chiuso con la visita al bazar dei frati camaldolesi che hanno anche una produzione di prodotti biologici.
Nell’atrio dell’Eremo ci siamo scambiate le impressioni avute nel percorso e sono state consegnate al conduttore le schede di promemoria su cui ciascuno aveva annotato le sue percezioni nei punti salienti.