L’applicazione del pensiero magico in Geobiologia e i danni che ne conseguono, ad esempio la proposta di false “schermature”

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 di Pier Prospero  —

In prossimità di un elettrodotto si ha un forte agente stressante che è il campo magnetico e un ulteriore agente stressante che è il campo elettrico; entrambi questi campi se dovuti all’alta tensione sono molto intensi.
Il dottor Hartmann aveva stabilito sperimentalmente che se una persona è disturbata da un agente stressogeno si modificano sia il suo biocampo1 che si allarga, sia la sua resistività cutanea2 che aumenta.
Accadrà quindi che il biocampo di una persona che permane un po’ di tempo nei pressi dell’elettrodotto si allargherà anche di parecchio, e che la sua resistività cutanea aumenterà.
Se questa persona è un operatore ipersensibile che sta cercando di individuare, poniamo, le “pareti” di energia del reticolo di Hartmann e non è consapevole che lo sta facendo con il suo biocampo e non con il suo corpo, segnerà la posizione delle pareti in modo decisamente diverso da quando agisce senza essere disturbato da agenti stressanti esterni.
È il suo biocampo che è cambiato e non la maglia del reticolo che si è allargata, ma se la persona per interpretare la realtà utilizza il pensiero magico infantile non si chiederà se è cambiata la sua percezione ma trarrà immediatamente la conclusione che il reticolo si è modificato poiché vi è l’elettrodotto.
Al secondo operatore che dirama la notizia di aver trovato il reticolo più largo nelle vicinanze di un elettrodotto si avrà già una pseudo “legge” riguardante il reticolo: “il reticolo di Hartmann si allarga in presenza di un elettrodotto“, legge che chi usa il pensiero magico si sentirà subito in dovere di divulgare attraverso internet, articoli, libri e conferenze.
Non gli passerà minimamente per la testa che prima di trarre una conclusione da un’osservazione empirica occorre valutare bene le circostanze e le condizioni di tutti gli agenti della situazione osservata ed essere a conoscenza di tutte le loro variabili.
Osservando lo stesso fenomeno, una persona normalmente ragionevole e consapevole dell’uso che fa del pensiero magico, prima di tutto analizzerebbe i dati della situazione: il campo magnetico quanto è intenso, la misura del biocampo se è diversa dal solito, il suo stato percettivo, il suo stato di benessere, ecc.
Dopo aver raccolto questi dati si preoccuperebbe di cercare nella letteratura disponibile o di chiedere ad altri operatori se vi sono eventuali esperienze dello stesso fenomeno (in questo caso troverebbe ad esempio le ricerche del dr. Hartmann).
Alla fine cercherebbe di trarre delle conclusioni ragionevoli ripetendo molte volte l’esperienza.
Anche queste conclusioni potrebbero però contenere un margine di errore, data la mancanza di conoscenze precedenti in merito, quindi questa persona si guarderebbe bene dal divulgare immediatamente la notizia trasformandola in una “legge” dei reticoli, ma cercherebbe di ottenere delle conferme alla sua ipotesi assieme ad altri esperti attraverso ulteriori esperienze e altri esperimenti fino a giungere ad una ragionevole certezza.

Hartmann con bacchetta bn

Così aveva sempre agito il dr. Hartmann che non ha mai abbandonato la sua formazione scientifica ed è sempre stato spinto dalla necessità di sperimentare e di utilizzare tutte le tecniche a disposizione per verificare le ipotesi che via via andava formulando.
E nonostante questo anche il dr. Hartmann in certi casi all’inizio ha proposto ipotesi che poi si sono rivelate sbagliate.
Quindi non è certo un bene per la collettività la diffusione di queste pseudo “leggi” derivate da errori madornali commessi da operatori che utilizzano il pensiero magico inconsapevolmente e che non sanno frenare il loro narcisismo.
La Geobiologia conosciuta dai più, purtroppo, è proprio una collezione di questi errori madornali frutto di quella che in ambito psicologico si è giustamente definita la “sindrome di onnipotenza del rabdomante” e cioè di un particolare tipo di narcisismo patologico derivato dal fatto di trovare veramente l’acqua, ma di attribuire questa capacità a un dono divino che rende quelli che lo possiedono degli eletti che, proprio in virtù della supposta divinità del dono, si ritengono infallibili e quindi non accettano né verifiche né studi geologici e non pensano mai di poter sbagliare, ma ogni volta che cadono in contraddizione o vengono smentiti da una perforazione inventano lì per lì una nuova “legge” che dimostra come invece abbiano sempre ragione loro, e sono bravi, perché non è una cosa facile da fare di fronte ad una perforazione che non butta acqua.
Ho sentito personalmente un famoso rabdomante dire che aveva sbagliato un pozzo perché aveva peccato e non si era pentito abbastanza, così il suo santo protettore, che di solito gli indica dov’è l’acqua, per punirlo gli aveva indicato l’acqua nel posto sbagliato.
Siamo al limite tra medioevo e delirio psichiatrico, ma nessuno degli altri che avevano sentito l’affermazione del rabdomante gli ha opposto qualcosa, solo io avevo detto che la rabdomanzia era un fenomeno spiegabile scientificamente e che quelle cose erano pure proiezioni mentali, ma il mio intervento era caduto nel vuoto, anzi peggio, era stato a mala pena tollerato solo perché i presenti consideravano anche me un personaggio importante al pari del rabdomante, se no mi avrebbero mangiato vivo.

Il pensiero magico in Rabdomanzia e in Geobiologia presenta alcune costanti:

1) ritiene che la percezione ipersensibile sia un “dono divino” e ossequia in modo esagerato la religione dominante;

2) ritiene che in virtù della sua origine divina la percezione ipersensibile sia stabile nel tempo e infallibile;

3) scambia la modificazione del percettore (rabdomante) e della sua percezione (inconcepibile in una dote di origine divina) per una modificazione dell’oggetto percepito;

4) produce e propone un suo “apparato antidisturbo” dichiarando che tutti gli altri in commercio sono inefficaci, e pretende che il suo annulli tutti i disturbi naturali e tecnologici;

5) non accetta alcuna verifica delle sue affermazioni poichè è inconcepibile mettere in discussione gli esiti di una dote di origine divina;

6) se si presenta inaspettatamente una verifica negativa in pubblico, attribuisce anche all’oggetto da percepire caratteristiche magiche, ad esempio quella di “scomparire”.

L’esempio migliore per capire la prima costante è il legame con la religione cattolica professato in modo perfino morboso dalla maggior parte dei rabdomanti, che può essere il retaggio dei secoli passati in cui correvano il rischio di essere bruciati vivi dal momento che la chiesa aveva decretato che a muovere la bacchetta era in realtà il demonio, quindi dovevano ostentare una devozione perfino eccessiva sperando di salvarsi la pelle.
In questo contesto un noto rabdomante ha affermato in modo serio e convinto di essere guidato nel trovare l’acqua sotterranea da Sant’Antonio il quale lo avviserebbe della presenza dell’acqua con un profumo di incenso: quando sente questo “avviso” segna il posto e fa perforare senza timore sapendo che l’acqua deve esserci per forza dato che a indicargliela è stato il Santo. Se la trova è, naturalmente, la conferma di essere sempre nelle grazie speciali di Sant’Antonio, altrimenti, se non ce n’è, è perché ha commesso dei peccati che hanno momentaneamente allontanato il Santo da lui.
Pur essendo laureato, costui non pare avere alcun interesse scientifico e sembra non sapere che ci sono posti dove l’acqua sotterranea è diffusa ovunque e quindi qualsiasi perforazione l’avrebbe intercettata solo avendo la pazienza di arrivare alla profondità giusta, oppure posti dove l’acqua non può esserci per motivi idrogeologici, magari già conosciuti e studiati.
Né pare avere alcun interesse per qualsiasi visione della rabdomanzia diversa dalla sua, come ad esempio quella pragmatica tedesca.
Questo rabdomante agli occhi dello psichiatra Vittorino Andreoli sarebbe di sicuro un interessante caso da studiare in quanto in altre aree del vivere se la cava benissimo, ma in rabdomanzia e in Geobiologia pare avere tutte le caratteristiche dei suoi pazienti, e purtroppo non è certo l’unico nell’ambiente della rabdomanzia e della geobiologia.
Ma anche il Santo! penso che se Sant’Antonio fosse davvero tra noi avrebbe di sicuro qualcosa di più utile e urgente da fare in un mondo difficile come quello attuale che spargere incenso per le ricerche rabdomantiche di questo pellegrino, sia pur suo profondo devoto.

A illustrare la seconda costante vi è uno studio molto accurato di C. G. Jung su alcuni famosi medium del suo tempo (“Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti“, del 1902)3 che dimostra come la “percezione” inizialmente scoperta in queste persone non sia rimasta sempre presente in loro né sia durata inalterata negli anni, costringendo i medium divenuti famosi ad una fatica direttamente proporzionale alla loro fama per costruire trucchi e imbrogli che consentissero di millantare capacità che non avevano più o che non sempre avevano.
Inoltre vi è anche la visione della moderna medicina bioelettronica e funzionale in cui si parla di accumuli di tossine che aumentano col passare degli anni e che causano e incrementano l’acidosi sanguigna: per la nostra esperienza è chiaro che maggiore è l’acidosi nella persona e minore è la sua capacità percettiva, quindi un rabdomante che in gioventù ha dimostrato delle capacità percettive notevoli con l’avanzare degli anni e l’aumento dell’acidosi, se non adotta uno stile di vita utile a contrastarla, può perdere parzialmente o completamente queste stesse doti percettive. Quindi sicuramente non si tratta di “doni divini” stabili nel tempo.

Per la terza costante si è riportato all’inizio l’esempio del reticolo vicino all’elettrodotto che è ben adatto a spiegarla.

La quarta costante è la causa del proliferare di assurdi apparati che dovrebbero “schermare” dai disturbi naturali e dall’elettromagnetismo tecnologico con proprietà molto simili a quelle degli amuleti, ma dissimulate da un linguaggio moderno. La concorrenza tra rabdomanti vuole che ciascuno produca e venda (o offra) il migliore, o meglio: l’unico che funziona veramente!
Il danno più rilevante di questa costante è che le persone vengono illuse di aver risolto tutti i problemi piazzando in casa uno di questi apparati (dai congegni più disparati alle stuoie coprimaterasso) mentre rimangono comunque esposte alle radiazioni nocive e per di più non prestano nemmeno attenzione agli allarmi che il loro corpo gli lancia dato che la situazione è risolta. Al massimo sono indotte a credere che il dispositivo si sia “saturato” e debba essere cambiato, oppure che non valesse molto e che vada sostituito con uno più costoso.
Perfino a me è stato chiesto quale fosse il mio “apparato antidisturbo” poiché avevo chiesto di una planimetria dell’appartamento: mi portarono una piccolissima planimetria (scala 1:200) arrotolata per bene e fermata con uno spaghino rosso. Era davvero simpatica, ma alla mia obiezione che non sapevo che farmene perché mi serviva in scala 1:50 restarono sbalorditi dicendomi: “ma quanto è grande il suo congegno schermante se deve contenere una planimetria così ampia (un foglio A3)?”.
Non ci capivamo proprio: a me la planimetria serviva per riportare le misure e non avevo alcun oggetto antidisturbo da vendere, ma i poveretti non avevano avuto notizia delle mie posizioni in materia.

La conseguenza della quinta costante è che i “portatori” di pensiero magico non si preoccupano minimamente della verifica delle loro affermazioni e credono che, se di verifica si deve parlare, devono essere sempre loro a farla sul loro stesso operato, nel senso che se affermano ad esempio che la stesura di una “corda”4 a monte di uno scorrimento d’acqua sotterranea annulla la presenza dell’acqua sotterranea a valle, lo dimostrano tranquillamente – subito dopo averlo affermato – prendendo la bacchetta e passando a valle della “corda” mostrando a tutti che la bacchetta non si muove minimamente mentre a monte della “corda” sbatte violentemente: ecco la migliore dimostrazione che l’acqua non c’è più!
Non hanno nemmeno la più pallida idea che si tratti di un semplice fenomeno psicologico di proiezione.
Basterebbe far ripetere questa esperienza sopra uno di quei grossi tubi che in montagna fanno passare sotto le strade forestali l’acqua dei torrentelli che scendono dai pendii per vedere che l’acqua continua ad uscire come prima e farsi davvero due belle risate!

La sesta costante è ben illustrata dallo stesso esempio: se la perforazione non dà acqua il rabdomante afferma che è perché qualcuno a monte ha operato (per caso o per procurare volontariamente un danno) in modo magico l’interruzione o la deviazione del flusso di energia dell’acqua e quindi ha bloccato anche il flusso dell’acqua che è sparita, mentre prima – quando il rabdomante l’aveva percepita – c’era; da questa millantazione si ottiene poi la “legge” ampliamente divulgata che se si sbarra con una “corda”, con un “menhir” o con un’ “antenna” il flusso di energia a monte, l’acqua sotterranea non scorrerà più in quel posto e quindi se vi è una casa non vi sarà più alcun pericolo per chi dorme in corrispondenza dello scorrimento; e così via di panzana in panzana si arriva ad ammucchiare una montagna di stupidaggini che oscura qualsiasi credibilità della materia, credibilità che è pur presente, e in maniera molto importante coinvolgendo la salute.
Tra le persone colte e ragionevoli si tende a sottovalutare troppo questi danni fatti alla Geobiologia che producono la persistente resistenza alla materia da parte di chi si muove in ambiti scientifici.

Un ultimo aspetto dannoso del pensiero magico, in generale, non solo in rabdomanzia e Geobiologia, è che per conservarsi ed espandersi ha bisogno di credenti.
Il pensiero magico vede al suo interno sia i “portatori” inconsapevoli del suo germe (i credenti) che lo diffondono dopo averlo contratto, sia i “portatori sani” che invece lo usano per contagiare gli altri mentre loro non ci credono, solo che gli permette di acquisire denaro e potere e quindi lo professano mentendo anche a se stessi, dimostrando forte squilibrio personale e probabilmente anche gravi disturbi psicologici.
Il pensiero ragionevole delle persone equilibrate, invece, per crescere e diffondersi ha bisogno di critici; non di scettici aprioristici, ma di critici ragionevoli che permettano una discussione su un piano di crescita costruttivo e propositivo.
Questo è il piano che preferisco, mentre non sopporto il pensiero magico utilizzato per manipolare il prossimo (e magari fargli comprare degli inutili “strumenti antidisturbo”) e su questo piano mi sento, con tutti quelli che seguono l’Istituto GEA, sulla scia del fisico Yves Rocard5, del dottor Ernst Hartmann, del nostro Faliero Capineri6, e sono fiero di percorrere il loro stesso sentiero.

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note:

1 il “biocampo” studiato dal dr. Hartmann è il campo elettromagnetico composto di molte frequenze emesso dal corpo umano che normalmente nella parte anteriore del corpo si estende da 40 a 80 cm oltre la pelle, dipendendo dalla tipologia caratteriale della persona e dal suo stato di salute e di stress al momento in cui si misura. Questo campo bioelettromagnetico trasmette ai centri nervosi le informazioni, quindi “avverte” che si è entrati in contatto con un altro campo. L’errore consiste perciò nel credere che il campo con cui si è venuti in contatto sia dove è il proprio piede, mentre potrebbe essere anche 80 cm più avanti.

2 la resistività cutanea è la resistenza che trova la corrente elettrica a basso voltaggio a scorrere sulla pelle; più la persona è disturbata da qualche problema interno o esterno, più la resistenza aumenta, quindi un ohmetro collegato con due elettrodi alle mani può misurare la resistività della pelle e dare l’indice di stress a cui è sottoposta la persona in una determinata situazione, conoscendo prima la resistività media della persona. Ai tempi del dr. Hartmann vi era solo la possibilità di utilizzare ohmetri di precisione, mentre ora sono in produzione apparecchi complessi, come il MoRa e il Bicom, che sempre basandosi sui campi elettromagnetici provenienti dal corpo, misurano molti fattori e danno risposte molto più accurate.

3 C.G. Jung: “Psicologia dei fenomeni occulti”, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma 1991.

4 in molti casi si tratta veramente di uno spago teso tra due picchetti che attraversa in superficie il campo energetico dello scorrimento idrico sotterraneo, mimando uno sbarramento, ma può trattarsi anche di un ramo o di altro, sempre se la sua disposizione simula uno sbarramento allo scorrere dell’acqua; per questo è ritenuto indispensabile stabilire il verso di scorrimento.

5 Yves Rocard, fisico e matematico, ha diretto per 28 anni il laboratorio di fisica della Scuola Normale Superiore di Parigi ed è stato membro del CNRS; ha scritto tre libri sullo studio scientifico della rabdomanzia tra i quali “La scienza e i rabdomanti”, Longanesi, Milano 1990.

6 Faliero Capineri, un maestro elementare della Lunigiana, intorno agli anni cinquanta del novecento si accorse di riuscire a individuare molto precisamente l’acqua sotterranea in scorrimento veloce e notò chiaramente quanto fosse pericoloso rimanere in corrispondenza del suo campo. Ha scritto “L’acqua e il cancro”, resoconto dei suoi esperimenti su animali e delle sue ricerche condotte nel tentativo di dare spiegazioni ragionevoli ai fenomeni che rilevava.