Il manuale di quello che la Geobiologia non è, recensione di uno dei tanti libri che dicono di parlare di Geobiologia e non lo fanno

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il manuale di geobiologiadi Pier Prospero  —

Il manuale di Geobiologia“, (Hobby&Work, 1997, prima edizione: 1992, Parigi)  —

Si tratta di un libro ormai “antico” ma “esemplare” perché contiene tutti gli aspetti che si possono trovare nelle pubblicazioni sulla materia fatte successivamente con incredibile prolificità dai sostenitori del pensiero magico e della vendita di strumenti antidisturbo/amuleti.

Dalla quarta di copertina veniamo a sapere che “l’autrice si è interessata soprattutto di esoterismo attraverso la Radioestesia e la sua branca particolare, la Geobiologia. Il suo incontro con Blanche Mertz e, più tardi, ad un congresso, l’incontro con il dr. Hartmann, sono stati determinanti…“.

Per il piacere degli scettici, la Geobiologia è quindi collocata nell’esoterismo come branca particolare della radiestesia, già dalla copertina.

Si tratta di un libro che non ha nulla del manuale, anzi è molto superficiale e confuso, in cui nulla è approfondito almeno un minimo. Il testo è farcito di cose prese da altri libri, immagini e scritti, senza che mai vi siano le citazioni. Questo è lo stile utilizzato da quasi tutti gli autori che si occupano di Geobiologia.

Il pensiero magico non contribuisce certo né ad essere creativi, né alla chiarezza.

L’autrice fa rientrare la Geobiologia nell’ambito “parascientifico” e parapsicologico che rafforza la visione esoterica dell’argomento anche se la Geobiologia in sé non ha niente di esoterico né di paranormale.

Per l’autrice bacchette e pendolo sono “antenne” che rilevano o trasmettono informazioni, oppure le amplificano. Questo per me è solo una forma moderna di pensiero animista dato che è evidente che le bacchette e i pendoli da soli non si muovono e non trasmettono o amplificano niente; provate a metterli attaccati ad un cavalletto e a far scorrere il cavalletto lentamente sopra una zona di disturbo e vediamo!

Perfino le “regole” della radiestesia sono descritte in modo molto superficiale, banale e inesatto (stando ad altri manuali molto più approfonditi) e questo dimostra che nell’ambito della Geobiologia chiunque si sente autorizzato a scrivere un libro, basta aver ascoltato una conferenza della Merz e una di Hartmann e aver letto un paio di libri. Questo fatto è uno dei più deleteri in assoluto per la Geobiologia, anche perché chi ragionevolmente pensa che per scrivere un libro in materia sia necessaria una grande esperienza di lavoro e una ampia cultura specifica non scrive le prime fesserie che gli vengono in mente pur di pubblicare qualcosa; in tal modo “chi sa tace e chi parla non sa“.

Ma chi pubblica viene conosciuto dalla gente e anche se non ci capisce assolutamente niente diventa un esperto di quella materia ipso facto.

Il libro in esame descrive i campi energetici reticolari come irradiazioni costituite da emissioni di radioattività naturale che i cinesi chiamerebbero “vene del Dragone” confondendosi evidentemente, poiché il Feng Shui semmai quando parla di “vene del drago” si riferisce all’emissione energetica di fenomeni geologici o idrogeologici.

La rete H (reticolo energetico di Hartmann), tra quelle conosciute, per l’autrice è la più “usata” (pag.17). Queste irradiazioni “salgono e incrociano un flusso di radiazioni cosmiche che vengono dalla zona retrostante la Via Lattea. Queste due forze si compenetrano e creano una situazione di equilibrio per tutto ciò che è vivente” e qui forse mescola l’astrologia cinese (Qi delle nove stelle?) con le prime teorie, ormai abbandonate, sull’origine dei campi reticolari che li vedevano come emanazioni energetiche del sottosuolo (Endross – teoria dei neutrini).

L’autrice afferma che il reticolo di Curry (diagonale al nord) è importante “perché concerne alcuni importanti luoghi religiosi (e non) come la Cattedrale di Chartres” e qui fa un’acrobazia incredibile pur di citare la Cattedrale di Chartres, ma lo fa decisamente a sproposito. Continua dicendo che “è un raggio che veicola una forte energia ed è sempre importante vedere come questa circoli in un’abitazione” probabilmente sempre confondendosi con il Feng Shui, ma il “cattivo” Feng Shui corrotto dalla superstizione.bacchetta h di profilo copia

A pag. 24 compare un disegno esplicativo di come si tiene la “loboantenna” (una derivazione della bacchetta di Hartmann) che mostra una persona che la tiene in modo del tutto sbagliato impugnandone le estremità; quindi l’autrice non solo non l’ha mai utilizzata, ma non l’ha nemmeno mai vista usare da qualcuno perché va tenuta tra i due indici delle mani, uno sotto e uno sopra, e non certo così, anche perché impugnandola in quel modo sarebbe ben difficile ottenerne un qualche movimento.
Il “decisivo incontro” con il dr. Harmann ad un congresso deve perciò essere avvenuto al massimo come ascoltatrice di un suo intervento in cui il dottore non ha nemmeno preso in mano la sua Bacchetta Verticale.

A pag. 29 vi sono le figure, tratte dai libri della Mertz, di un menhir su un incrocio di un reticolo e di un dolmen entro la maglia di uno stesso reticolo, ma il testo parla di acqua sotterranea invece che di reticoli e dice tra l’altro “l’acqua sotterranea agisce da freno sul corpo fisico, ma favorisce l’espansione dei corpi sottili, il che, in una chiesa, può corrispondere alla definizione di elevazione dell’anima” come dire che quello che fa male al corpo fa bene alla parte “sottile” della sua energia, addirittura corrispondendo alla nozione di elevazione spirituale!

L’autrice dimostra proprio una bella concezione, peraltro non certo originale, della separazione tra mente-anima elevata e spirituale, e corpo-prigione fonte di sofferenza da cui liberarsi!
Se quello che fa male al corpo fa bene all’anima, ben vengano le “sofferenze corporali”, ma perché allora preoccuparsi delle zone disturbate nelle case?

Poi l’autrice riporta che la presenza di acqua sotterranea “restringe” i reticoli, e qui invece è davvero originale perché è veramente difficile sentire affermare questa cosa (i reticoli non hanno nulla a che vedere con il cotone!).
Naturalmente si esprime dicendo “corsi d’acqua sotterranei” e addirittura “fiumi sotterranei“, e alla voce “faglie” (pag. 37) descrive sommariamente le fratturazioni della roccia, autodichiarando così di non capire nulla di Geologia e di non essersi mai neanche presa la briga di aprire un’enciclopedia alla voce “faglia”.

Ma già, a che serve, se è tutto magico, soprattutto il fatto che un editore pubblichi uno scritto del genere?

A pag. 41 sostiene che il fulmine cade sempre su una zona perturbata e che questo spiegherebbe i frequenti incendi di chiese nel medioevo, trascurando il dato scientifico che i fulmini cadono quasi sempre sugli oggetti più alti, soprattutto se sono a punta, che siano alberi o campanili, inoltre ci si deve chiedere perché mai i campanili delle chiese medioevali dovrebbero essere stati costruiti su zone perturbate.

A pag. 56 subito si trova che “il fulmine che si alza sempre da un punto geopatogeno (circolazione di acque sotterranee)” e dobbiamo per forza dare la colpa dello svarione alla pessima traduzione. Ma poco dopo, a proposito di elettricità artificiale, leggiamo: “come si sa, la nocività cresce in proporzione al voltaggio, fino a raggiungere il quadrato del voltaggio!” e purtroppo così l’autrice viene bocciata inesorabilmente anche sui campi elettromagnetici tecnici, materia che evidentemente ha letto senza capirla e riporta quasi peggio del peggior liceale fannullone.

Si passa “finalmente” ai capitoli sulle “presenze“, le “memorie” e il Feng Shui. Qui, da come ci viene presentata l’autrice, si dovrebbe leggere la trattazione di un’esperta e invece troviamo che: “il medium è una persona capace di entrare in contatto con lo spirito dei morti. Essere un medium significa essere nel mezzo delle cose, nel mezzo dell’universo.” Certo, una posizione molto modesta, ma a parte questo, è una ben strana idea per un’esperta in materia esoterica quella che “medium”, plurale “media”, significhi stare nel mezzo e non invece “essere il mezzo“, soprattutto in questo caso della “canalizzazione” dello spirito del defunto in una cerchia di persone che lo evocano (per chi ci crede).
Si direbbe che anche qui l’autrice abbia letto senza capire bene, ma allora dov’è la tanto dichiarata esperienza in esoterismo radiestesico?

Nella stessa pagina si legge anche che “le presenze possono essere sentite con gli strumenti radiestesici, soprattutto col pendolo” che in questo modo sono visti dall’autrice proprio come degli strumenti magici, e probabilmente per lei l’acqua si trova con la bacchetta magica …

Nessun commento sulla sommaria trattazione di Feng Shui, non di mia competenza, ma una domanda mi viene spontanea: che inserisca il Feng Shui in una trattazione di Geobiologia per via dei cosiddetti “rimedi” o “cure” di un Feng Shui degenerato e superstizioso?
Le Cure del Feng Shui snaturato e svenduto, sono sempre riportate nei libri di Geobiologia perché hanno una marcata somiglianza con la “chincaglieria” antidisturbo che gli stessi autori vanno a vendere per le case fingendo (a se stessi per primi) di fare delle analisi dell’ambiente energetico.

Né poteva mancare la più spudorata ignoranza dell’effetto placebo che il Forschungskreis für Geobiologie ha calcolato durare al massimo circa tre mesi, ma qui sembra ancora un po’ più duraturo: “collocato l’apparecchio (viene specificato prima che si tratta di un “neutralizzatore”), la sua azione è quella di montare il tasso vibratorio, e questo si rivela positivo… Sette od otto mesi dopo, una chiamata telefonica disperata: venga a togliere l’apparecchio, mi sembra che stia diventando negativo. … la mia cliente, dopo qualche mese di miglioramento, è di nuovo gravemente ammalata, le analisi del sangue sono catastrofiche…

Probabilmente in quei mesi in cui alla cliente sembrava di stare meglio per l’effetto placebo dell’inserimento dell’apparecchio antidisturbo (che non ha alcun effetto se non quello di spillarle denaro) la cliente aveva smesso di curarsi, rischiando molto forte. Un esempio eccellente del pericolo costituito dall’illusione prodotta nelle persone da questi “strumenti antidisturbo”.

In definitiva, un libro davvero molto interessante, poiché è una sorta di compendio di tutte le assurdità che si sentono dire spesso a proposito della Geobiologia da autoproclamati “maestri”, di vendita più che di pensiero…
Un minimo di senso critico e di comprensione psicologica del carattere di questi “maestri” dovrebbe far abbandonare velocemente i loro insegnamenti e i loro “rimedi” magici senza per questo abbandonare la Geobiologia.